SPERO NON CI SIA UN LIMITE DI CARATTERI PERCHE' CREDO CHE IN TAL CASO LO SUPEREREI...
Qualche anno fa mi sono trasferita in un'altra città e ho preso casa con delle amiche, insieme a loro ho iniziato a frequentare i free party... A 25 anni ho provato diversi tipi di sostanze: ho fumato erba saltuariamente dai 14 fino ai 21 anni, poi giornalmente (1gr al giorno) per 2 anni. A 22 anni circa, in un anno e mezzo ho provato una volta l'oppio, poi 6 volte i cartoni, 5 volte la speed, 3 volte la coca, 4 volte MD, una sola volta la ketamina, e una volta una cala non ben identificata (ecstasy tagliata chissà con cosa)... in ordine sparso e con cadenza di 2-3 settimane tra un'esperienza e l'altra, quindi, a mio avviso, niente di esagerato...
Ho smesso di fare uso di qualsiasi droga dopo che per sei mesi ho sofferto in modo crescente di allucinazioni uditive, paranoie, manie di persecuzione, gelosia ossessiva verso il mio ragazzo di allora, disturbi dell'alimentazione, del ritmo sonno/veglia, convinzione di poter comunicare con il pensiero attraverso i muri e con le stazioni radio, sospetti su chiunque, famiglia, amici.
Mi sono rivolta spontaneamente ad uno psichiatra quando sono arrivata all'estremo: non volevo più vivere in quel modo, in un mondo dove chiunque poteva leggere e criticare ogni mio più intimo pensiero, dove i pensieri nella mia mente erano la conseguenza di ciò che mi portavano a pensare "loro" (cose orribili, raccapriccianti)...
QUESTA PARTE NON PARLA DI DROGA, BENSI' DI PSICOSI ->
...Quindi un giorno mi chiusi in bagno con una lametta, sedetti sul pavimento in un angolo e iniziai a dialogare con le voci incolpandole della mia morte imminente... ad un tratto (sembra assurdo!!!) la mia mente mi volle salvare, sentii una voce mai sentita prima, calma e rassicurante:
-" *****(il mio nome) facciamo un gioco, pensa ad un numero da 1 a 5 e io lo indovino..."
riuscendo a distrarmi, (la cosa FOLLE è che l'assecondai nonostante la situazione fosse drammatica), poi continuò:
-" hai pensato al 5 " ovviamente esatto!
-" le voci sono nella tua testa! è la tua immaginazione! non esistono... sei tu"
Pur non credendoci del tutto, pensai che non tutti erano contro di me, quindi forse non ero poi così sbagliata, allora tornai nella mia stanza e nascosi la lametta.
RIPRENDO IL DISCORSO DI PRIMA
Dopo qualche giorno andai a parlare con un medico, in un ex manicomio, che dopo avermi lasciato parlare delle mie esperienze mi disse " LEI E' UNA RAGAZZA PERSA! ", ribattei che con quella premessa non si sarebbe potuto instaurare un rapporto di fiducia medico-paziente e lui si difese dicendo di non essere nè bigotto, nè cattolico (??? forse perchè nel colloquio avevo inserito qualche prticolare sulla mia vita sessuale particolarmente attiva di quel periodo)... Comunque il discorso terminò li... Successivamente parlò al telefono con mia madre dicendole che ero un caso grave, irrecuperabile, pericolosa per me e per gli altri...
Inutile dire che cambiai subito dottore.
Trovai un bravo specialista, in una clinica privata, giovane, gentile e professionale, con cui parlai di diversi argomenti oltre che dei miei sintomi. Al termine del colloquio gli chiesi cosa pensasse che avevo e lui mi girò la domanda, al che io risposi che pensavo fosse disturbo bipolare e tratti borderline per l'abuso di sostanze, gli sbalzi d'umore e lo scorrere veloce di flussi di pensieri (ancora non sapevo cosa fosse la SCHIZOFRENIA) e lui annuì con un sorriso e disse che avevo uno squilibrio di sostanze chimiche nel cervello causato dall'abuso di stupefacenti e che con l'aiuto delle medicine sarebbe tornato tutto a posto, e che avrei dovuto prenderle per almeno due anni sotto la sua "supervisione". Mi fece un piano terapeutico prescrivendomi Tolep e Risperdal, ora non ricordo il dosaggio iniziale, comunque in breve tempo la dose di Risperdal arrivò a 5 mg al giorno (il massimo). Il punto qual è, che mi informai più approfonditamente sull'utilizzo del farmaco e capii che serve per tenere sotto controllo i sintomi della schizofrenia, perciò all'incontro successivo espressi i miei dubbi e mi disse che non ero schizofrenica perchè io ero cosciente che le voci e le paranoie erano solo costruzioni della mia mente (vero a momenti) mentre gli psicotici non si rendono conto della realtà.
Per i primi due mesi di cura sentii le voci e gli altri sintomi diminuire gradualmente, ma due episodi furono fondamentali per me: tornai a casa dei miei per curarmi e dopo un mese e mezzo circa di totale astinenza andai a trovare per un giorno e mezzo un'amica nella città in cui vivevo da sola e in quell'occassione fumai di nuovo... La sera qualche tiro. Tutto a posto, tranne qualche breve paranoia che subito smorzavo con la logica. La mattina seguente fu un incubo, quando credevo che l'inferno fosse finito fumai tranquillamente la mia metà canna e appena iniziai ad avvertire gli effetti del fumo ricominciai a sentire i commenti della gente della piazza rivolti a me e riguardanti i miei pensieri, urla, bestemmie, rimproveri, s'è possibile peggio di prima e, analizzando le sue espressioni in relazione ai miei pensieri, iniziai a pensare di nuovo che la mia amica facesse parte dei cospiratori. Tornammo in fretta a casa sua, mi chiusi in camera da letto e rimasi isolata (non sola... con tutte le voci in testa!) fino al momento di ritornare dai miei. Terminato l'effetto del fumo finirono anche i sintomi. Non contenta portai con me un tocchetto di fumo, buono per una cannetta che dopo qualche giorno fumai nella mia stanza da sola, convinta che quello che era successo fosse conseguenza dello stress del ritornare nei luoghi dove stavo male.
Mentre sto li che fumo, beata sul letto, sento una voce chiara e decisa:
-" Smettila! Devi smetterla! Fai schifo! Basta! "
Non mi sono fatta neanche una canna, nè più di un bicchiere di vino al giorno, per 8 mesi, poi ad una serata al ristorante tra amici avevo bevuto 2-3 bicchieri di vino, ero allegra tra brindisi e risate... una ragazza aveva dell'erba: una canna in 3 mi ha stesa... non avvertivo più euforia, solo una forte sonnolenza e mancanza di forze in gambe e braccia, sono stata seduta e in silenzio per il resto della sera (niente paranoie, nè allucinazioni... per fortuna!). Credo sia stata l'interazione tra farmaci, alcol e fumo a ridurmi così... Nonostante tutto non vorrei darmi per vinta: possibile che una come me che si faceva i rave sotto cassa, beveva litri e litri di birra senza stare male, si sfondava di cannoni tutti i fine settimana (oltre il grammo al giorno) venga messa KO da 4 tiri d'erba e 2 bicchieri di vino bianco da pochi gradi?
Adesso sono passati quasi 2 anni dall'inizio della cura, più di 1 dall'ultima canna, non prendo più la Tolep già da tanto, e la Risperdal da 5mg è arrivata a 0,5 mg al giorno da un paio di mesi, e da allora ho sempre più paura che le crisi ritornino, perchè ho letto su tutti i siti pseudo-scientifici in rete che dalla scizofrenia non si guarisce completamente, anche se ora sto bene (per quanto riguarda la salute mentale) ho il terrore di interrompere il farmaco, è come se ne fossi dipendente... Ogni tanto mi fermo ad ascoltare i rumori per vedere se sento suoni strani; alcuni mi danno fastidio, come il vento fuori dalla finestra, perchè mi ricorda il ronzio che sentivo insieme alle voci quando stavo male.
Non so se sia stata la "malattia" o le droghe, ma sono cambiata tantissimo: prima di stare male e chiudermi in me stessa ero sveglia, reattiva, sempre allegra, con la battuta pronta, intuivo il sarcasmo e i doppi sensi prima ancora che qualcuno finisse di parlare, ero ambiziosa, mi piaceva scrivere ed ero anche bravina, facevo nuove conoscenze a ogni uscita, stringevo forti rapporti di amicizia, speravo nel futuro. Poi...
PUFF! il vuoto.
Gradualmente ho ripreso a chiacchierare con la gente, anche se ho una timidezza assurda, quando esco riesco a "divertirmi" anche facendo le cose semplici insieme ai miei amici di qui, però vorrei stare pure con i miei vecchi amici, mi mancano le NOSTRE cose semplici! ...e perchè no, anche un joint ogni tanto.
Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha avuto esperienze simili alla mia, e come sono finite, per capire se c'è qualche speranza di riavere una vita normale, senza farmaci e magari di ritornare la persona che ero prima.